L’Isola dei Cani
Anno IX – Agosto 1993
14ª puntata: Antonio Carasi
Con un tocco di pessimismo leopardiano il poeta dell’etere Antonio Carasi conclude la lunga serie dei “Visti da vicinissimo” parlando di sé stesso.
– Una prima domanda di profondità commensurabile alla fossa delle Marianne: chi sei?
“Amico mio, la fossa delle Marianne è profonda undicimila metri, per caso vuoi scandagliare l’infinito?”
– Non ho tempo e voglia per farlo…
“È sempre difficile guardarsi allo specchio…”
– Pensi allora come Cocteau che gli specchi dovrebbero riflettere un attimo prima di riflettere l’immagine?
“Penso di sì, perché in effetti la maschera che ci portiamo appresso ci lascia praticamente alla fine della nostra vita. Per tutti è così, forse solo il Cristo intuì la verità.”
– Che accidenti intendi dire?
“Vuole dire conosci te stesso come affermò Socrate e non sputare mai in faccia al prossimo.”
– Mah! Che programma hai per i prossimi mesi?
“Riposarmi per le fatiche che ho fatto e godermi un po’ di tranquillità.”
– Quindi, niente di nuovo sotto il sole…
“Già, lo dice la Bibbia, Ecclesiaste-capitolo II. Dopo tutto l’innocenza non ha prezzo ed oggi è difficile essere innocenti.”
– Ed oggi sei più filosofo del solito. C’è qualcuno che è in debito con te?
“Forse sono io in debito con me stesso…”
– Insomma Carasi, mi pare che stiamo concludendo troppo seriamente questa rubrica… tutto sommato siamo sull’Isola dei Cani. E poi puoi sempre ricominciare a scriverne un’altra dal prossimo numero…
“Maiorca, sai che ti dico? Attaccati al tram!”
Antonio Carasi &
Carmelo Maiorca